FOTOGRAFARE SOTT'ACQUA
 
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Per fare delle fotografie subacquee sono necessarie, oltre all'attrezzatura, poche notizie che cercheremo di ricordare in poche parole. Una prima impressione che si ha quando si fanno delle foto sub, è che tutta la foto tende sui toni dell'azzurro, perdendo una parte di quei colori accesi che ci ricordavamo di avere visto. Alle prime esperienze, per noi, la delusione è stata forte: ricordo che le prime foto sub le facemmo con delle macchine usa e getta che trovammo sul Mar Rosso. Lo spettacolo era troppo bello da non fotografarlo, e spendemmo un piccolo patrimonio in macchine che non ci bastavano mai. Quando facemmo sviluppare i rullini, non credevamo ai nostri occhi per il mare di blu che trovavamo
Non avevamo tenuto conto (non ci pensavamo proprio) del fatto che l'acqua del mare "assorbe" i colori in misura proporzionale alla "distanza" che esiste dal soggetto fotografato. Il guaio è che per distanza si intende la misura della distanza effettiva tra noi ed il pesce oggetto delle nostre attenzioni sommata alla distanza del pesce dalla superficie. Ad esempio l'assorbimento dei colori sarà uguale sia se fotografiamo un pesce lontano un metro alla profondità di tre metri che se lo riprendiamo da tre metri alla profondità di uno (vedi l'illustrazione sopra). L'assorbimento, inoltre, non è uguale per tutti i colori; il primo che si perde è il rosso (bastano tre metri), poi si perde l'arancione, poi il giallo e così via fino al blu.
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Una soluzione per recuperare - in tutto o in parte - i colori assorbiti, esclusi i filtri arancio che riteniamo destinati soprattutto ad un uso professionale, è costituita dall'uso del flash. Quello interno alla macchina è talvolta insufficiente, e bisognerebbe munirsi di uno esterno, anche se l'attrezzatura si complica per quanto riguarda l'ingombro e i necessari apparecchi di ricarica. Il flash esterno ha tuttavia anche un altro grosso vantaggio, costituito dal fatto che può essere usato in modo da illuminare il soggetto di fianco, riducendo in tal modo la massa di acqua illuminata - e conseguentemente il disturbo delle particelle in sospensione - rispetto al flash incorporato nella fotocamera
Usando, tuttavia, il flash non abbiamo trovato una soluzione definitiva, in quanto esistono condizioni nelle quali non è proprio consigliato il suo uso, in quanto l'acqua non è abbastanza limpida. Se ricordiamo, infatti, il fenomeno della nebbia illuminata dai fari, ci rendiamo subito conto del fatto che un'acqua con particelle in sospensione visibili a occhio nudo, illuminata dalla luce concentrata del flash, crea una barriera più o meno consistente alla ripresa fotografica. A destra viene riportato un esempio di foto con flash, alle Seychelles nel 2005, con acqua non limpida. Per questo è utile anche informarsi presso il diving degli orari delle maree: a seconda dell'entrata o dell'uscita dell'acqua dalla laguna troveremo l'acqua più o meno limpida. E' inoltre naturale che dopo una giornata di mare mosso si trovi acqua con particelle in sospensione per diverse ore del giorno successivo
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Un ultimo elemento da tenere in fine presente è l'ora in cui usciamo a fare lo snorkeling fotografico. Non sempre il sole è in posizione ideale per facilitare le fotografie subacquee, infatti, la superficie dell' acqua, quando viene colpita da un raggio luminoso , si comporta informa analoga ad uno specchio: lascia passare una certa quantità di luce, ed un' altra parte la riflette, a seconda dell'angolo di incidenza con la superficie dell' acqua. La minor riflessione, e quindi la maggior quantità di luce a disposizione sotto la superficie, ci sarà quindi con il sole sul punto più alto dell' orizzonte: saranno queste le ore più indicate per fotografare, con una luce che spesso consente di non usare il flash, riducendo drasticamente i disturbi sulle foto.
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